Wednesday, December 29, 2004

Ingenua

Credevi di farti Buenos Aires senza sbattere la faccia, prima o poi, con LORO???
Ingenua.


Ánche se tanti fanno di tutto per non fartici pensare, LORO ci sono.
Sono vivi, presenti.
Le loro MADRI, vecchiette dalla faccia dolce ma dalla tempra d'acciaio, insieme a loro hanno dato vita all'idea di un paese che possa essere GIUSTO.

Sognatori, facce di ventenni sorridenti.
Lo scavo archeologico di un campo di prigionia, il Club Atletico, proprio qui a due isolati da Sandanzas.

Archeologia di trenta anni fa.
E loro sono VIVI.

Asado sul tetto

Tra poco si sale sul tetto di Sandanzas a fare l'asado.
Qui nella sala tv stiamo guardando Farheneit 9-11.
C'e' l' aria leggera dell'inizio dell'estate, e nonostante le cattive notizie dal mondo qui e'bellissimo.

Quando la Sami scopre che ho bucato la lezione di tango di ieri sera mi uccide.

Monday, December 27, 2004

Frustrazione

un grammofono (funzionante).
un servizio da the argentato (quattro bagni) anni qauranta in perfetto stato.
un copriletto di lino e cotone ricamato.
una foto di evita.
una bicicletta da bambino anni venti.
un' insegna pubblicitaria coca cola anni cinquanta in ferro laccato.
un lampadario a gocce di cristallo.
un abito da sera di crepe di seta ricamato a jais neri su fondo prugna.
la copertina della gazzetta dello sport del giorno in cui maradona ha segnato di mano contro l'inghilterra ai mondiali.
una mappa dell'america del sur in tela cerata, anni 30.
una chaise longue di le corbusier originale del 1940 con certificato di produzione.
un sifone da soda.
migliaia di barattoli di vetro marron, da farmacia.



Una domenica alla feira di San Telmo, che poi e' anche il quartiere dove alloggiamo in questo ostello delizioso, e'faticosissima, e'un delirio di desiderio, comprerei tutto.
Il grammofono viene via a 120 euro, ma dove lo metto????





Va bene, mi accontentero'di sticky fingers degli stones con la copertina originale di andy wharol in 3d.

Saturday, December 25, 2004

Nochebuena a Iguazu

Un solo ristorante aperto in tutta la citta, con menu americano perche sono convinti che a noi piaccia cosi. Insalata Waldorf condivisa conun gatto e due cani.
Un pizzico di nostalgia di casa, neve, regali, maglioni con il collo alto.
A mezzanotte esplodono milioni di fuochi d artificio.

Lu respira piano, e in tv c e il padrino parte seconda.
Kiss your mother goodbye, Anthony.

Thursday, December 23, 2004

Da Puerto Iguazu / Misiones, Argentina

Ci siamo alzati presto per prendere il primo autobus per le cascate, schivando le mille agenzie che ti propongono ogni tipo di attivita, dalla gita in gommone ai guarani che cantano jingle bells. VOLEVAMO LE CASCATE, SUBITO.

Sul trenino che ti porta alla Garganta del Diablo /VOLEVAMO LE CASCATE, SUBITO, E SUBITO QUELLA GROSSA!/ attacchiamo discorso con Andre, quarantenne di Tours, occhi blu e pelle spaccata dal sole e dalla polvere, ha venduto la macchina per farsi il giro del mondo in una quindicina di mesi. Ora e- al settimo, dopo l-africa.

Chiacchieriamo, camminando sulle passerelle che ci avvicinano a quella nuvola di vapore e rumore, la in fondo. C-e un tucano su un ramo. Ci diciamo che tutto questo bene di dio e- alla nostra portata, ma in fondo non poi cosi facile da raggiungere, e infatti ci sono molti viaggiatori solitari. Non e facile perche devi lasciare qualche certezza, rinunciare a qualcosa. Lui ha rinunciato alla macchina. Io ho rinunciato alla sicurezza. Lu ha rinunciato a niente perche e troppo grande.

Va bene. Arriviamo in fondo alle passerelle e Andre continua a parlare e noi siamo paralizzati da quello che abbiamo davanti, un catino di acqua che si rovescia nella giungla, acqua che ti spruzza, che odora di selvaggio e misterioso, uccelli neri che emergono dal fondo invisibile, la voglia pazzesca di urlare a squarciagola per competere con tutta questa potenza.

Amo le cascate da sempre.
La pisa dei dannati a Campello, una delle piu- belle del mondo nella foto che le ha scattato mio padre e che un giorno sara- in un libro mio.
La cascata del Toce, la mia prima grande cascata, con il giubbetto giallo una trentina di anni fa.

Adesso questa, meravigliosa.
Mi sento piccola e grande.
Ci siamo fatti scattare 2 foto da un fotografo, sembriamo i nonni in viaggio di nozze, siamo bellissimi, io ho i codini e questo sorriso allargato sul muso.

Tuesday, December 21, 2004

Los ninos

http://www.camdipsalta.gov.ar/INFSALTA/ARQUEO/momias.htm

Banda STRETTISSIMA!!!!!!!!

Amici, non mando piu' mail perche' qui al nord povero le connessioni che trovo sono indecenti.

Beccatevi un bacio a banda stretta!

Da San Ignatio, Misiones, Argentina

Ci avevano detto che gli autobus argentini erano comodi.
E' vero, sono comodissimi: a due piani, con edili reclinabili, servizio gratuito di caffe' e bibite, bagno, dvd (ieri mi sono vista in parata A.I., Catwoman e Midssion Impossible tararaaaa).

Ecco, i bus sono comodi, sono le strade che hanno qualche grosso problema.
Ieri alle 17 abbiamo lasciato Salta con la Veloz del Norte, diretti verso il Paraguay.
Dopo un primo tratto di un'oretta in zona suburbana di Salta, passiamo a un casello e imbocchiamo la Ruta mi pare 16 (mi pare, forse lo potrei sapere se mettessero dei cartelli per strada....).

La strada e' allucinante: una sola carreggiata, i fari del bus illuminano pick up Chevrolet anni 50 con tre quattro persone che dormono sul cassone. Rietrano dalla campagna, stiamo attraversando le piantagioni di tabacco e di canna d zucchero del Cacho. E' notte, ma si percepisce ugualmente una poverta' estrema: non sono pochi i carretti pieni di verdure e bambini che vanno verso non si sa cosa: facciamo centinaia di km a una media dei 40 orari, senza vedere la luce di un paee, di una casa.

Arriviamo a Resistencia (1000 km piu' a est) che sono le 9 del mattino: stanchi morti, stazzonati, c'e' appena il tempo di saltare su un altro colectivo e alle 18 siamo a San Ignatio.

Ci consoliamo concedendoci un Hotel invece del solito Hostal: siamo ai tropici, la notte cala velocemente, siamo sistemati in una piccola cabana, una casetta di legno con il ventilatore a soffitto e una mitica aria condizionata (che qui fa caldo).

Fuori, nella sera, ci sono le rovine della missione di San Ignatio de Mini, la meglio conservata della cinquantina di Encomientas istituite dai gesuiti spagnoli e distrutte dagli schiavisti portoghesi (dice qualcosa il film "Mission"?).

Abbiamo solo il tempo di una camminata veloce tra le rovine illuminate con un gico di luci prima che scenda il buio.
Non abbiamo avvistato altri turisti. Domani mi sa che facciamo la giornata in spiaggia su Parana' per riprenderci...


Saturday, December 18, 2004

Troppe mutande - pochi libri

appunti per il prossimo viaggio: agnez, inutile portare 15 mutande a testa se si viaggia in un paese civilizzato dove scarseggia la carta igienica ma c'e' una lavanderia a ogni angolo.
Meglio piuttosto portare`piu' di due libri se i trasferimenti in autobus superano le 60 ore complessive, e quelli in aereo le 30.

Letti:
"Quando abbiamo smesso di pensare" di Irshad Manji (che Allah mi perdoni se ho cannato il nome): all'inizio irritante, poi divertente e interessante, la tipa mi sta simpatica. Speriamo sopravviva a quello che ha scritto.

"Santa Evita" di Eloy Tomas Martinez, comprato al supermarket pensando di avere in mano una biografia di Evita, e' invece ña biografia-agiografia del suo cadavere. Scritto da Dio, bello lungo e corposo, ottimo per lunghe ore di silenzio tra le nuvole.

Ri-letto
"Le irregolari" di Massimo Carlotto -non ho ancora capito cos'e' che non amo di Carlotto, e cosa invece mi piace della sua scrittura. Questo librino pesante e doloroso ha delle pagine che strapperei, e altre che metterei in cornice.


Shopping:
Una coperta Quechua di lana di lama, fatta al telaio nella puna vicinoa San Antonio de Los Cobres, tinta con la terra, morbidissima.

Un tappeto andino preso nel botteghino piu- puzzolente di Tilcara, nella Quebrada de Huamahuaca.

Cinque "llamiti", i miei preferiti, in origine un regalo per i miei piccolotti ma sono troppo belli nonso se riusciro- a separarmene.


Friday, December 17, 2004

Da Salta

Un impatto totale con la cultura Quechua.
Siamo devastati da quanto e' bello tutto.

Wednesday, December 15, 2004

Da Salta, Nord Ovest Andino, Argentina

Andamento altalenante del viaggio:
sabato una giornata "WHOLE PERFECT" a Puerto Piramide, unico minimo centro abitato della Peninsula VAldez, dove abbiamo avvistato le balene: due di sfuggita, e due -mamma e piccolo- perfettamente, mentre nuoitavano accanto alla nostra imbarcazione, in sincronia. Emozionante.


domenica e lunedi due giornate "quasi orrende" a Trelew, che ambisce a diventare un centro turistico ma e' un orrore di cittadina sporca, vuota e triste in mezzo al nulla. Squallidissimo alloggio nell'alberghino "HOTEL AVENIDA" consigliato dalla lonely dove abbiamo dormito nel saccapelo per paura di beccarci le zecche e quant'altro. Credo che le lenzuola risalissero alla fondazione della citta', negli anni 10. Dallo squallore diffuso ci hanno salvati due cose:
prima la visita alla pinguineira di Punta Tombo, che si raggiunge con due ore tremende su una sterrata di 110 km, ma che regala alla fine la spettacolare colonia di mezzo milione di pinguini nel loro ambiente naturale -sono buffi e tenerissimi, e in questo periodo ci sono i pulcini appena nati e quelli che imparano a nuotare-
e poi il Museo Paleontologico Egidio Friguglio, molto bene organizzato, all'americana, ma nel senso buono.

Ora siamo a Salta, dopo il lungo tranfert di quasi 4000 km (in aereo..): la citta' ci ha accolti bene, siamo in un hostal molto carino, con il patio e le palme. abbiamo un bagno tutto per noi, con l'acqua calda, e siamo satolli di carne dopo la parillada da Old Jack.

Domani mattina presto partiamo per un'escursione di due giorni che promette bene: in jeep saliremo lungo la Quebrada del Toro, scollineremo a 4000 mt sull'altipiano andino per vedere un Salar, notte in quota e ritorno attraverso la Quebrada de Huamanaca.

HASTA LUEGO!

Friday, December 10, 2004

Da El Calafate, Patagonia, Argentina

Certe cose le vedi in tv, le leggi sui libri, le studi sulla lonely planet, e alla fine quando ci arrivi hai un po' la paura che si tratti di una grossa montatura...questo lo spirito con cui siamo arrivati martedi a El Calafate, la cittadina di accesso al settore sud del Parque Los Glaciares.

El Calafate e' un paese nato per i turisti: cinquecento metri di strada su cui si affacciano trappolone commerciali (pinguini di legno che piu' kitch non si puo', maglioni peruviani made in taiwan, roba cosi'). Insomma, l'impatto ci ha spaventati nonostante avessimo trovato l'ostello (LOS PINOS) piu' carino dall'inizio del viaggio, con addirittura solerti cameriere che ci puliscono la cucina e la stanza tutti i giorni (per la bellezza di 6 euro a testa tutto compreso, anche la lavanderia).

Ma quando arrivi al Perito Moreno, quando ce l'hai davanti, quando cammini su quella piccola costa di montagna e senti nella schiena il vento gelido che arriva dalla massa di ghiaccio e si mescola all'aria dolce dell'estate australe...sono brividi e basta. Ne vale la pena, e basta.

E' davvero impressionante, con colori che vanno dal grigio chiarissimo al blu cupo, con esplosioni di blocchi di ghiaccio che cadono a tonfi nell'acqua, e poi galleggiano sul lago. A ogni minima variazione di luce la massa di ghiaccio cambia colore.

Abbiamo fatto un piccolo trekking di un'oretta tra i cespugli di calafate e di notros (un fiore rosso che mi ricorda i giardini del lago maggiore), e visto il ghiacciaio da tante prospettive diverse, molto meglio della semplice visione dalle passerelle di fronte al lato nord.

Come contorno al piatto forte del Perito Moreno, ieri ci siamo beccati pure il Glacier Spegazzini (il piu' alto) il Glacier Upsala (il piu' largo) e l'Onelli (il piu' fotogenico, con mille iceberg nel lago): 7 ore di navigazione sul Lago Argentino, forse questo da' un'idea di quanto e' grande (che noia pero' le 7 ore....non passavano piu'!!!!).

Insomma, una favola.
Oggi poi stiamo come due pascia, lavati, puliti, abbronzati, con tutti i vestiti freschi di lavatrice e tra tre ore zompiamo su un aeroplanino verso Comodoro Rivadavia e poi la pensinsula valdez, dove speriamo di vedere le balene.


Mi piacerebbe sapere se Berlusconi si e' beccato la condanna al processo Sme: qualcuno mi lascia un commento?



Tuesday, December 07, 2004

Da El Calafate, Argentina

Finalmente in maniche corte, finalmente una doccia bollente, finalmente il sole, l'estate!!!!! Siamo arrivati a El Calafate, Patagonia, provincia di Santa Cruz, dopo 5 ore di bus su sterrato da Puerto Natales, Chile.

Ma cosa ci siamo lasciati dietro...il Paine è indescrivibile, nessuna mia parola puo' raccontarlo.
E' la Cappella Sistina delle montagne, maestoso nel suo esplodere da una pianura sconfinata.

Alloggiati nella squallida ma comoda cittadina di Puerto Natales, abbiamo fatto prima la classica escursione al Mirador Las Torres, 4 ore di salita e 19 km sotto gli scarponi per arrivare alla morena che si apre proprio alle basi delle torri.

Le bastardissime non si fanno vedere finche' non gli sei sotto, e quindi la fatica si accompagna alla paura che una nuvola, una nebbia, una pioggia nascondano quello che vuoi vedere.
Noi abbiamo avuto fortuna, il cielo era blu e il vento fortissimo ci ha aiutati non poco, anche nella salita.

Tornando, dal pulmino che ci riportava a casa abbiamo visto un puma.

Ieri un'escursione organizzata ci ha portati nel settore ovest del Parco, per vedere i Cuernos del Paine, guglie bicolori che sembrano appena dipinte, e la cascata Salto Grande che rovescia il Lago Nordenskjoll dentro il Lago Pehoe, e la Hosteria Pehoe sull'isoletta del Lago Pehoe, e poi FINALONE con gli Iceberg e il ghiacciao del Lago Grey.

Ma non so cosa le scrivo a fare queste cose: farei prima a dire che ho visto cose che non credevo di poter vedere con questi occhi.

La montagna mi ha sempre dato un senso di appartenenza e di meraviglia per l'appartenenza: cosi mi sento.

Thursday, December 02, 2004

Da Ushuaia - Terra del Fuoco - Argentina

Scrivo da una tastiera sgangherata, da una stanzetta sgangherata, dal nostro sgangheratissimo ostello, ABRA di Ushuaia, Rivadavia 376.
Cosi sgangherato da avere lenzuola lise e con gli angoli rotti, ma con una super connessione apposta per noi.
Sono le undici e mezza di sera, abbiamo finito di cenare al tenedor libre (buffet) "La rueda" con parrilla di bife e picana di cordero, e sono seduta a una scrivania piccola, di fronte a me il Canale di Beagle, la nave Mare Australis, e la notte chiarissima.

Oggi abbiamo iniziato il viaggio con due escursioni (le giornate sono lunghe, alba alle 4 e tramonto a mezzanotte!): stamattina in motonave sul Canale per vedere i leoni marini, buffi e grassi, ci hanno accolto a suon di rutti fragorosi.

Nel pomeriggio, abbiamo prenotato il giro in canoa nella Baia Lapataia, dentro al Parque Nacional. Abbiamo fatto un po' di figura barbina perche' alla terza rapida ce la siamo fatta sotto...ehm...e abbiamo chiesto di scendere gli ultimi 3 km a piedi: il giapponese che era con noi non aveva paura di bagnarsi il passaporto ed ha coraggiosamente affrontato tutto il percorso.
I due ragazzotti che ci accompagnavano, dall'aria affidabile come gli scugnizzi di Ottaviano, domani ci faranno da guida al Glacier Martial, may god be on our side.

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