Thursday, April 29, 2004

Ieri sera ho rivisto Big Fish, e ho capito meglio il motivo per cui ero così scossa dopo averlo visto mesi fa.

C'è una scena in cui il giovane Edward Bloom va a parlare al direttore del circo, Mr. Callobway, risoluto a farsi dire (dopo tre anni di attesa) il nome della sua amata.

E' notte, Mr. Callobway è nella sua roulotte, che ondeggia paurosamente: forse qualcuno sta lottando, lì dentro, o forse è un incontro un po' troppo focoso.
Tre clown giocano a carte, o forse fanno la guardia.
Ed bussa, chiama, chiede....poi apre la porta, e viene aggredito da un lupo mannaro, che a momenti lo ammazza.

Uno dei clown tira fuori una pistola, e tenta di sparare (non si capisce se al lupo o a ed): fallisce il colpo.

Un attimo di indecisione del lupo.
Ed lo guarda negli occhi, afferra un ramo spezzato...non si capisce se è un estremo tentativo di difendersi, con un mezzo comunque inadeguato....
Non è così: Ed lancia il ramo, il lupo ci pensa un attimo, è quasi incredulo...poi lo va a riprendere!

E lì ho capito che io sono proprio come Mr Callobway...con me non basta bussare ala roulotte, chiamarmi, cercarmi.
Devi anche combattere con me, farti morsicare, cogliere l'attimo per capire che vorrei solo qualcuno che mi lanciasse un ramo per giocare, e che il giorno dopo ho sempre paura di avere ucciso qualcuno.

Sono così pochi che lo hanno capito, e che affrontano i miei momenti mannari (che tornano ad ogni luna piena).

...e voglio loro così tanto bene per questo solo fatto.





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