Wednesday, July 19, 2006

le donne della mala

Le notize arrivano in un modo delicato e amorevole, ma alla fine sono tre le parole, e sono dure: è morta Ausilia.

Per me è un pezzo di vita: sono io nel 1998 tenuta insieme con lo scotch dopo la morte di mio padre che entro nel nuovo ufficio e conosco due persone e una è lei.
Sono i suoi cazzo di incensi profumati che mi sparava sotto il naso. E l'archivio dele foto, l'archivione della posta, il primo lavoro vero.

Sono le sue risate ad altissima voce che si sentivano in tutto il corridoio, e i discorsi a bassa voce che ci faceva perchè lei era quella più grande e con più esperienza.

La volta che il cinese ha tentato di bere dalla boccetta dell'oggetto dell'equilibrio, che sembrava un vassoio con i bicchierini di liquore e invece era un profumatore di ambienti.
La volta che è venuta la tizia con le mucche sul cappello.
La telefonata del terzo occhio con noi che ci buttavamo via dal ridere.

E io ero avevo solo bisogno di rinascere, di svoltare, e il destino mi ha fatto sedere vicino a una donna che aveva vissuto mille rinascite.

Il primo racconto di un grande viaggio l'ho sentito da lei.
Vai Ausi, io spero che ti facciano accendere tutti gli incensi del mondo senza scassarti le palle, adesso.
Io spero che sia un grandissimo viaggio.
Libera.

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