Wednesday, September 06, 2006

Lo mio maestro

Si andava a lezione da lui arrivando almeno una mezzoretta prima per prendere le prime file, perchè guardarlo negli occhi mentre parlava rendeva il tutto ancora più spettacolare, come a teatro.

E lui era un bravo mattatore, seduto o camminante mentre ci leggeva Boccaccio e Verga e i novellisti veneti. Ed era bello, alto, biondo, consapevole del fascino che esercitava, ma anche ironico, capace di far guizzare una battuta fino su all'ultima gradinata.
Capace di modulare la voce per trascinare l'attenzione di trecento ragazzi per volta, su una parola o su un effetto.

Era il mio maestro, ma allora non ne ero così consapevole.
Litigammo anche, nell'inverno della tesi, e solo adesso penso a quanto devo essergli sembrata impertinente e stupida.

Ho saputo della sua morte a Buenos Aires; non si è fatto acciuffare dalla vecchiaia, lui che era già saggio. Forse gli sarebbe piaciuto così.

Arrivederci, Professore.

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