Monday, February 27, 2006

Torino, per te.

C'è chi un giorno ha fatto furore
e non ha ancora cambiato colore.
C'è chi mangia troppa minestra
chi è costretto a saltar la finestra
e c'è sempre lì quello che parte
ma dove arriva, se parte?

Ciao! A chi sente soltanto la radio
e poi sbaglia ad andare allo stadio.
C'è chi in fondo al suo cuor ci ha una pena,
c'è chi invece ci ha un altro problema,
e c'è sempre lì quello che parte
ma dove arriva, se parte?

E la vita, la vita
e la vita l'è bela, l'è bela,
basta avere l'ombrela, l'ombrela
che ti para la testa,
sembra un giorno di festa.....


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Adesso immaginatevi una città che si riversa in piazza, TUTTA, dal primo all'ultimo abitante, come per i mondiali di Spagna.

Aggiungiamo un mix di stranieri da ogni angolo del mondo: tanti, eh. Tantissimi. I pallidi polacchi e gli abbronzati neozelandesi, gli asiatici e gli americani. Che li guardi in faccia e cerchi di indovinare di dove sono, e perchè sono qui, e poi ti guardi attorno e un po' lo capisci perchè sono qui.

Aggiungete qualche vip che volente o nolente deve mescolarsi a questa folla: Ines Sastre bellissima e sola in via roma, Giampiero Mughini al Monte dei Cappuccini, e diversi altri che si muovono spauriti o forse solo stupiti perchè la folla non li considera poi più di tanto.

La folla si eccita solo quando passano i gruppetti con le divise delle nazionali (più rari, perchè gli atleti non escono molto): argentati gli italiani, rossi e bianchi i russi, bianchi e rossi i canadesi.

Aggiungete che tutti sono alla ricerca di una scusa per festeggiare: e allora agli angoli delle strade ci sono i gruppetti delle palestre che fanno le dimostrazioni di aerobica, complessi di ottoni sulle gradinate, gruppetti pop nelle aree dei mercati, cori alpini, bande musicali, punkabbestia, gruppi folkloristici.

E basta un accenno di musica e ci si ferma e si canta.
E pensate allora cosa può fare un musicista di strada con la chitarra che intona "questo piccolo grande amore" in mezzo a via roma: un attimo di silenzio, un attimo di spinta per vedere se è baglioni, no, non è baglioni, chi se ne frega, coro.
Immaginate la faccia del chitarrista.

E pensate alla Galleria Subalpina, elegante, piccola, foderata di marmi e bronzi liberty.
Pensate a un piccolo coro di persone di mezza età. Senza organizzazione, spontaneamente, hanno occupato un angolo della galleria. alcuni hanno le divise da volontari, altri no.
Aentite le loro voci che tirano su il va pensiero di verdi.
Sentite il silenzio di centinaia di persone che si fermano a goderseli, come se fosse il teatro regio che poi è solo lì dietro, e forse un silenzio così non l'ha mai avuto.

E pensate a un piccolo museo, il museo pietro micca, che farà trenta visitatori al mese. Sbatao sera ne avrà fatti mille.
Il volontario che ci accompagna nelle gallerie dell'assedio di torino è commosso, è gasato, è dispiaciuto, deve fare in fretta perchè c'è un altro gruppo, ma si vede che sta godendo perchè la gente, la massa, tutto a un tratto in una sera sta apprezzando il lavoro di anni.
E stavolta c'erano anche questi strani e dolcissimi capannelli di pensionati, di gente che al centro la sera non scende più, e tutto a un tratto questa città così diversa era di nuovo la loro città.
Attaccano discorso con tutti, i pensionati.

Torino olimpica è stata questo crescendo.
Dalla prima sera, 10 febbraio, in cui solo sottovoce abbiamo cantato l'inno con la piccola eleonora. Fino a ieri sera, quando a vedere il braciere spegnersi sembrava ci togliessero qualcosa di nostro.

Wednesday, February 22, 2006

L'arte di imbucarsi

Dalla vostra inviata a Casa Italia, Castello del Valentino, Torino.
Valentino

La Cri malandrina mi aveva venduto la serata come un "nulla di che".
Bene, mi sono ritrovata faccia a faccia, gomito a gomito con miti del passato remoto, miti del passato recente, miti di oggi, miti tout court.

Medaglie d'oro, d'argento e di bronzo.
Nobiltà cittadina, politici, cuochi, volontari e bella gente.

E le mie amiche da chiacchierarmi per una sera intera!
Wow.

Monday, February 20, 2006

Cinque cerchi olimpici

po & gran madre

Wednesday, February 15, 2006

Go, Canada, Go

Ho raccolto l'appello di Daniel da Toronto, gli serviva una camera (introvabile) nella Torino olimpica.
Tutti chiedono perchè.
Ha già risposto Luciana sopra: perchè sì, perchè è bello.

Perchè ho pensato che quando siamo in giro per il mondo è così facile e naturale fare amicizia e attaccare discorso e cenare e dormire con perfetti sconosciuti, schiena contro schiena in un ostello, e invece quando siamo a casa no.

Perchè no?
Di cosa abbiamo paura?
Di una riga nel parquet?
Che ci mangino le riserve di Ferrero Rocher????

O forse che ci costringano a una serata di chiacchiere e vino e bagna cauda e spaghetti e ricordi di vacanze di cinquant'anni fa e delle prossime....

Di niente abbiamo paura.
Sono arrivati, carini, gentili all'inverosimile ma naturali, tranzilli, con regali e sorrisi.
In mezz'ora eravamo amici. La cena è scivolata via imparando le regole del curling (mica stupido sto sport) e ripassando tutti i film di mafia e gli accenti in cui vi si parla.

Canadian Dinner

E stamattina a colazione, dopo la serata alcolica...sopresa!
Pancakes e sciroppo d'acero (e panettone, e torcetti)

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Tuesday, February 14, 2006

Sì, godiamoci la festa

Medal Plaza


Godiamoci la festa
di Luciana Littizzetto ("La Stampa", domenica domenica 12 febbraio 2006)

"Ho un’urgenza. Impellente. Devo lanciare un messaggio a tutti gli italiani ma soprattutto ai piemontesi. Torinesi? Guardatemi bene negli occhi e aprite quelle orecchie a megafono. Ascoltatemi. Non facciamoci riconoscere anche stavolta. Fatemi il santo favore, smettetela di lamentarvi. Sto parlando soprattutto a voi, malmostosi, che non vi va mai bene niente. Sospendete il mugugno, troncate la lamentela, devitalizzate la rugna. Piantatela di stare in agguato aspettando solo che qualcosa vada male per poter dire «Ecco! Io l’avevo detto» con le E bene aperte. Insomma. Smettetela di fare i piemontesi per 15 giorni. Oh là. E che vi costa. Son poi solo due settimane e poi potete ricominciare con la geremiade delle lamentazioni. Ma adesso zitti. Mosca. Lo so bene anch’io che non tutto va alla perfezione. Ci mancherebbe ancora. E che non tutti i cantieri sono a postissimo e che la metropolitana non fila via bella liscia. Beh. Se non fila filerà. Uff. Che noia.

Cosa credete? Che a Roma, Milano, Napoli, la metrò non abbia mai problemi? Ma dove vivete? A Fiabilandia? Impariamo anche un po’ a darci un tono. Facciamo come quando arrivano i cugini di seconda a trovarci. Scopiamo via le briciole sotto i tappeti e nascondiamo la roba da stirare dentro gli armadi alla rinfusa. E via un bel sorriso di benvenuto. Avanti, prego… Tanto poi abbiamo tutto il tempo per ritirare fuori le magagne dopo. Ma basta con le lamentele. «Eh ma adesso per le strade non ci si muove. Eh ma ci spuntano re e regine da tutte le parti. Eh ma tutta sta storia delle Olimpiadi è una gran scocciatura...». Certo. E come no. Era meglio se organizzavamo una bella Sagra del Tomino molle.

Dai su... Non facciamo i balenghi. Una volta tanto pensiamo positivo. Io capisco che per noi piemontesi è difficilissimo, che dobbiamo fare uno sforzo sovrumano, andare proprio contro la nostra natura, ma proviamoci.

Ma a voi non vi viene lo stranguglione in gola dalla contentezza, a vedere Torino così bella? A me sì. Mi viene da piangere ogni due per tre.

Piango anche solo guardando i servizi di Gianfranco Bianco al Tg.

Non l’avrei mai pensato di arrivare a questo punto. Mi commuovo. Sarà che son tanto debole di mente. Faccio come i cani quando non sanno come fare a trattenere la contentezza e lasciano la scia di pipì. Uguale. Solo che io perdo lacrime. Grazie al cielo. Quelle belle M rosse luminose? Quanto tempo le abbiamo aspettate? Vedere la gente che si accalca per provare la metro e poi quella non parte, va beh, è bello lo stesso... Ce ne vogliamo rendere conto tutti, torinesi e italiani in genere, che le Olimpiadi sono una festa, una festa di pace, e che ce la dobbiamo godere? Non stare lì a tormentarci, a dire ammi ammi e adesso? E adesso cosa? E adesso musica maestro! «Sì... ma poi che ne faremo delle strutture, e poi che ne sarà di noi domani... c’abbiamo il palazzo per l’hockey ma a hockey non ci gioca nessuno, e sto arco rosso sopra il villaggio olimpico a cosa serve?...».

Ma come a cosa serve? E’ bellissimo, ecco a cosa serve!

Serve a fare festa. E poi, scusate, ma quando date una festa a casa vostra, fate così? Vi mettete a frignare perché poi dei festoni non sapete cosa farvene e dei tramezzini avanzati di vitel tonné pure? Torino in questi giorni è bellissima. Godiamocela. Come canta Renato Zero: Questi sono i migliori anni della nostra vita. "


Già, io e Luciana abbiamo gli stessi riferimenti musicali, oltre agli stessi scombussolamenti emotivi di fronte al TG3 Piemonte...

Monday, February 13, 2006

E nel frattempo ci sono le Olimpiadi

olimpica e surreale

Si siamo andati
Si torino è bellissima
Si è pieno di polizia
Si c'è la nuova metropolitana
Si ci siamo emozionati per la bambina che cantava l'inno e per carlabrunidacastagneto con la bandiera stirata che porgeva al carabiniere e per lo spettacolo e per imagine e per la colomba di yoko ono e per il braciere che si vedeva anche tornando a casa dalle curve della collina e pure per sophia loren che emozionarsi per sophia loren è tutto dire ma anche per isabel allende che sulla stampa dicono sia la figlia di salvador allende ignoranti e poi ci sono i canadesi che arrivano domani a casa nostra e bisogna preparare tutto e ieri abbiamo fatto il giro turistico con la sil e il gigi e la mamma e la zia ed era così bella questa torino con il vestito della festa con qualche particolare un po' kitch come una vecchia spilla cui sei affezionata ma così bella lo stesso davvero e ci sono i volontari con il pile rosso e gli stranieri che chiedono informazioni e tutti sono gentili e vada di qui scenda di là e non sai quale museo scegliere per primo e ingolli cioccolata e bicerin e cammini cammini cammini sempre e la medal plaza sembra il luna park e il treno è in ritardo sai che novità e alla fine crolli nel tuo letto e hai dimenticato la finestra del bagno aperta ci sono due gradi ma anche la luna più bella dell'inverno.

Servisse mai il certificato...

Uscendo dalla visione di "Brokeback Mountain", che è bellissimo, che è un bellissimo film d'amore, che è un bellissimo film d'amore omosessuale ma dopo il secondo bacio non te ne frega più nulla, mi sono sentita precisa precisa come anni fa dopo "Dancer in the dark": disperata, disperatissima.

E' uno di quei film che confermano le peggiori paure.
Uno di quelli che ti consegnano il certificato timbrato e firmato che la vita è una merda, l'amore è difficile e doloroso, la felicità non esiste se non in una piega spazio/temporale via via sempre più difficile da trovare o da raggiungere.

Niente, mi ha lasciato abbattuta sulla poltrona del cinema con il mascara disfatto, pensando che i Jack Twist fanno una brutta fine, mentre gli Ennis del Mar continuano a vivere con la compagnia dei loro fallimenti.

E alla fine è più facile amare un ricordo che una persona.

Sconsigliato a chiunque si trovi in un sia pur minimo periodo di sconforto sentimentale, potrebbe indurre al suicidio...



Ok, ora mi tolgo il cappello da filosofa e devo proprio scriverlo: Jake Gyllenhall e Heath Ledger sono la cosa più sexy vista al cinema dai tempi di Tom Cruise nel monologo in mutande di Magnolia.
IUl pensiero che esistano questi due ceffi sulla faccia della terra aiuta senza dubbio a scacciare la disperazione.


"Tell you what, we coulda had a good life together!
Fuckin' real good life! Had us a place of our own.
But you didn't want it, Ennis! So what we got now is Brokeback Mountain! Everything's built on that! That's all we got, boy, fuckin' all. So I hope you know that, even if you don't never know the rest! You count the damn few times we have been together in nearly twenty years and you measure the short fucking leash you keep me on - and then you ask me about Mexico and tell me you'll kill me for needing somethin' I don't hardly never get. You have no idea how bad it gets! I'm not you... I can't make it on a coupla high-altitude fucks once or twice a year!
You are too much for me Ennis, you sonofawhoreson bitch!
I wish I knew how to quit you. "

Friday, February 10, 2006

Leo e la sua sorellina (?), domenica scorsa

C'è qualcuno qui dentro?


Ma come vorrei avere i tuoi occhi,
spalancati sul mondo come carte assorbenti
e le tue risate pulite e piene, quasi senza rimorsi
o pentimenti,
ma come vorrei avere da guardare ancora tutto
come i libri da sfogliare
e avere ancora tutto, o quasi tutto, da provare...


Per il tuo compleanno, piccolina della zia.