Tuesday, October 30, 2007

Mentre io aspettavo TE

IMG_3326

...il marchese La Fayette ritorna dall'America
importando la rivoluzione e un cappello nuovo
mentre io oh ye aspettavo te
ancora penso alle mie donne quelle passate
e le presenti le ricordo appena
mentre io oh ye aspettavo te

Otto von Bismarck-Shonhausen per l'unità germanica
si annette mezza Europa
mentre io aspettavo te

Michele Novaro incontra Mameli e insieme scrivono un pezzo
tuttora in voga mentre io oh ye aspettavo...



Si, la foto è vecchia e riguarda un altro post, ma fa niente.

Io sento che aspetto, intanto il mondo gira, il giornale è pieno di notizie, hanno acceso le luci di Natale e inaugurato un nuovo pezzo di metropolitana, Paola ha lasciato Torino, è morto il cavalier Zampetti, ci sono state le elezioni in Argentina.
Mi dimenticherò di tutto questo?
Vorrei trattenere tutto, vorrei lasciare andare tutto.

Tuesday, October 23, 2007

La vita

Domenica cuneese invitati a pranzo; ma se sei un giovin veterinario della provincia granda non hai orari e festivi: e così Lu ha visto nascere un vitellino, uscito dalla pancia di mamma mucca con un cesareo perfetto di Fabio.

Io non me la sono sentita di assistere, ma poi ho sentito la sua emozione.
Quasi meglio del corso preparto!

Due autunni

Ieri abbiamo iniziato la giornata al pronto soccorso: Lu alle sei del mattino in preda a mal di pancia da esorcista in mezzo ai vecchietti in attesa delle lastre. Alla fine diagnosi di congestione (scongiurata appendicite e calcoli, è andata bene, via, ma se glielo dici ti salta agli occhi!).

In testa il pensiero di Makena e i suoi, soli.

Fuori ci sono i colori dell'autunno che arriva: bellissime albe di cieli blu e foglie colorate.
Sì, penso al mio autunno di riposo, yoga, costruzione del nido (anche se il nido in questo preciso momento è ancora un cantiere, niente accesso a cucina, bagno, frigorifero e tv in questa casa, e stasera credo neanche al letto...).
Premessa di un inverno che sarà un nuovo inizio.

Penso all'autunno di chi se ne va e al vuoto per chi rimane.
Poi si va avanti, certo, io me ne dimenticherò in fretta, ma là quel posto vuoto ci sarà sempre.
Penso a quanto tempo ci abbiamo messo a spostare lo zaino dello zio Bruno dal garage dove qualcuno lo aveva riportato quel giorno: forse sei mesi.

Nessuno dovrebbe passarci.
Eppure so che qualcuno ci passa, tutti i giorni.

Friday, October 19, 2007

Il Mo...

..noi ragazzetti lo chiamavamo così, questo signore schivo che per tanti inverni si è seduto a tavola con noi la sera, e noi aspettavamo il momento giusto per incastralo, perchè se gli facevi la domanda fatta bene -e ti riusciva solo ogni tanto, di fargliela bene- allora lui partiva con un racconto che valeva dieci film.

Stagione fortunata, e non ce ne rendevamo conto, che è il bello di quando sei ragazzo e ogni tesoro ha un valore assoluto, non importa se condiviso o no.
E quante ce ne ha raccontate, il Mo.
Il racconto del capitano Massud, il leone del Panshir.
Il racconto dell'uomo semaforo, in Bolivia.
Il racconto del treno del sale in Messico.
Il racconto dell'incidente, in Kuwait.
Il racconto di un plotone pronto ad ammazzarti, in Bosnia.
Il racconto dei Beatles a Londra.

Ieri sono andata a sentirlo presentare il suo nuovo libro da Feltrinelli, il Mo è sempre lui, che quasi non lo noti nel suo aspetto di sempre, forse un po' stanco e triste per la consapevolezza di essere uno degli ultimi della sua razza, di un giornalismo che non esiste più; ma quando inizia a raccontare gli si accendono gli occhi, azzurri.
Si sente ancora il guizzo e il gusto della parola.
Si sente che c'è una storia che vale la pena ascoltare.

Per me, come un viaggio nel tempo.
Grazie Ettore per il tantissimo che mi hai dato.

Sunday, October 14, 2007

Stavolta

Stavolta alle primarie non voto.
Voterei, e voterei Bindi (una bella democristiana!) solo per il piacere di fare dispetto a chi si crogiola sul presunto desiderio di antipolitica di noi popolino, e sulle frasi fatte del mandiamoli tutti a casa.

Ma non voto.
Per i seguenti motivi:
-credo che un partito, soprattutto se NUOVO, debba avere in sè la forza di scegliersi da solo un buon leader (diverso il caso del leader di una coalizione multiforme che si presenta alle politiche, come lo scorso anno).

-non voto perchè insieme al leader dovrei scegliere anche un leaderino locale che puzza di stantio da lontano un km, che ha un apparato elettorale degno dei tempi oscuri (foreste sradicate per volantinaggio al mercato...bleahhhh!!!!).

-non voto per rappresaglia (che tanto nessuno la capisce) contro il governo che non ha modificato la legge elettorale, che svilisce il mio voto e la mia partecipazione politica (vabbè, questa è una motivazione zoppicante, ma a me brucia e in qualche modo devo esternare il bruciore...).

Disperata casalinga...voglio la mammaaaaaaaa!!!!!!!!!!

L'esperienza ci ha mostrato in più casi che una coppia all'ottavo mese di gravidanza spesso non trova di meglio da fare che un bel trasloco.
Noi, non traslocando, abbiamo deciso di ritinteggiare l'intera magione, comprare una lavastoviglie e arredare un bagno e una camera.

Qui non si capisce più niente, se non che c'è una falla gigante nel conto corrente ...

Tuesday, October 09, 2007

Casalinga disperata/day two

Io sto a sbrigare burocrazia (e a tirare parole: abbiamo appena scoperto che la caldaia della nuova casina non è certificata!) nello studio invaso dal divano letto aperto e da ogni sorta di cartaccia (oltre che dalle pile di cose stirate, vedi post di ieri).

Da oltre la porta sento rumori ricorrenti. Inquietanti.
Swoooosssshhhhhh. Crashhhhhhh.....

Esaurite le cose da lavare e stirare, mia madre è passata allo spolverare "SOPRA" gli armadi.
Luogo che in cinque anni di vita fra queste mura non è stato mai inserito nella mia personale geografia del panno swiffer.

Se mia madre sapesse mettere ordine anche tra le scartoffie, sarei la donna più felice del mondo.

Monday, October 08, 2007

Casalinga disperata/day one

Intanto, il fisico alla fine ha ceduto: una bella dose di tosse, raffreddore, febbre.
Così i programmi del week end sono saltati e solo oggi mi sto un pelo riprendendo.

A casa.
AHHHHHHH.

Con mamma ospite.
AHHHHHHHHHHHHHHHHHH.

Ieri pomeriggio, io smoccolante sul divano con mamma assisa alla mia destra e suocera alla mia sinistra.
AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH.



Vabbè, vediamo i lati positivi dell anuova vita da casalinga:

Dopo un po' di burocrazia (accordi e contratti con idraulico imbianchino lavoricchi vari) finalmente verso le 11 iniziamo la giornata andando a scegliere la lavastoviglie. Il lato positivo si esaurisce subito, appena scopro che una scatola con acqua calda costa come 20 uscite a un buon ristorante.

Poi si va alla coop: e si scopre che il lunedì mattina la coop è chiusa (io abituata ai miei orari di spesa marziana, tra le 20 e le 20.15...). In compenso sono aperte certe deliziose panetterie del centro, ci si fa un croissantino e si tira l'orario di apertura.

Si pranza, tardi, pollo arrosto e insalatina e 4 telefonate in due sole portate (!). e va bene che ho mamma ospite, se no sarebbero state cinque.
Si chiacchiera un po' sul divano, lusso raro tra mia madre e me.
Andava tutto TROPPO bene.

Poi è arrivato l'uomo del Folletto.

Io lo so che posso farcela, che avremo una splendida lavastoviglie, riusciremo a saldare il conto dell'imbianchino, la connessione internet sarà sempre solida e soprattutto io avrò un parto facile e veloce, e un bambino che ci somiglierà soprattutto nella capacità e volonmtà di dormire anche 16 ore di fila come noi su certi autobus pieno di galline; io in fondo sono una persona positiva.

Ma all'uomo del Folletto non sono preparata.
Intanto, è il fratello gemello di Stasi, quello di Garlasco.
Poi, ad ogni mio monosillabo, ha un argomento di discussione pronto da attaccarci: lo scopo è varcare la porta di casa, già io tonta mi sono dimostrata cliente-pivella perchè gli ho aperto il cancellino, lui SA che ce la può fare, che non gli dirò mai che mi sta rompendo e che voglio che scompaia all'istante.

Per fortuna la mamma sa sempre cosa si deve fare: da dentro casa inquadra la situazione, mi fa un urlaccio "ENTRA SUBITO CHE SEI MALATAAAA!!!!!!!!!!!!"

Ok, sono riuscita a riparare nelle retrovie.
Ma lui è ancora là fuori che si aggira guardingo.
E gli ho dato il numero di telefono (AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH).



PS: nel frattempo mia madre è riuscita a stirare l'arretrato di 4 mesi che giaceva sul tavolino della lavanderia + alcuni stracci per il pavimento.
Ai miei venticinque lettori propongo, avendola qui ancora tuttto domani, di mandarmi tutto quello che hanno da stirare.

E quasi quasi faccio entrate l'uomo del Folletto e mi ci faccio pulire casa.

Wednesday, October 03, 2007

Uguale!

"Io mia figlia l'ho avuta a 21 anni e quando me la consegnarono, all'uscita dall'ospedale, pensai fondamentalmente che era assolutamente incredibile che il mondo degli adulti mi affidasse una neonata...."

Inizia così il post del 30 settembre di Haramlik, che forse non l'ho mai citata ma è un o dei miei blog preferiti.

Certo non ho vent'anni, ma che senso di identificazione a leggerla!!!!!!

Bah

Giovedì scorso a Torino una ragazza di 23 anni è stata ammazzata a pugni da un amico. Non è bene chiaro il perchè. E' chiaro che questo si è sentito di ammazzare un'amica a pugni: dice già tanto il gesto, no?

L'altro ieri una ragazza di 22 anni - in contesto di ottima famiglia- è stata ammazzata a colpi di pistola in testa dal padre. Pare che il padre non sopportasse che lei gli rimproverasse la dipendenza dal fumo. Anche qui, il gesto parla da solo: tira fuori la pistola, puntala, spara, quattro volte.

Lunedì sera ho guardato un pezzo di "Chi l'ha visto" dove una ragazza giovane raccontava lo stupro che ha subito. Le hanno spaccato il naso a calci, oltre al senso di sè.

A questo pensavo ieri mattina.

Perchè è successa una cosa, minima, banale, ma anche qui il gesto parla.

Stavo andando di buon passo, carica come un mulo di PC, borsetta e cartellina dei documenti, dal parcheggio interno aziendale all'ufficio retribuzione per consegnare dei moduli.
Saranno in tutto 300 metri su una strada non molto ampia, interna al comprensorio, dove incontri solo impiegati frettolosi e qualcuno dei rari operai che ancora popolano i capannnoni.
Ho una pancia di quasi otto mesi, e la faccia svagata di chi la mattina presto pensa a quanto pesa la borsa del pc.

Dicevo, camminavo per i cavoli miei, sul marciapiede opposto al mio un gruppetto di ragazzi in tuta si faceva due chiacchiere e un caffè. Normale, alle otto e mezza del mattino.

Distinguo alcune parolacce e risate, ma pensavo parlassero di Juve-Toro.
E invece no, parlavano di me.
E l'ultima frase che ho sentito (io stavo camminando, nel tempo di rendermi conto li avevo abbondantemente superati) è stata "A forza di prenderlo in culo ti nasce un figlio mongoloide".

Otto e trenta del mattino, dentro all'azienda, da un ragazzo poco più giovane di me, con gli altri che ridevano attorno.

Sul momento ho desiderato buttare il carico a terra, e come Zidane mollargli una testata sullo sterno. Picchiarlo. Fargli male.

Ma ha prevalso lo stupore, e anche la paura.
Perchè è vero che alla fine non mi ha fatto niente, ch ela frase è tanto scema che si commenta da sola, che evidentemente trattasi di sottodotato con problemi di relazione con le donne, ma rimane un segno brutto di quanto ci siamo abituati all'oscenità e alla prevaricazione quando -la mattina presto, in un contesto di lavoro, a una donna che non conosci, incinta grossa- ti viene voglia di dire una cosa del genere.
E i tuoi compagni ridono.


Libera nos a malo.
Non dal male di un figlio non perfetto, dal male di un uomo che ha lasciato a casa l'umanità.

Tuesday, October 02, 2007

Io ci provo ad applicarmi, ma...

Per quanto mi sforzi, ci ho provato anche oggi in pausa pranzo, io non riesco a relazionarmi con la bambinistica.
E' una materia che richiede troppa applicazione, e come dice Paola io mi distraggo sempre sul più bello.

I seggiolini per auto mi sembrano più complicati dello space shuttle.
I fasciatoi sono dei mobili orripilanti dagli improbabili colorini pastello: a casa mia quella roba lì non ci entra.
Il materasso della culla deve essere antisoffoco: quindi vuol dire che im mio PAMPINO rischia di soffocare di notte???? AHHHHHHH NON CHIUDERO' OCCHIO!
I passeggini mi sembrano la versione mignon di tutte le inutilità presenti su una media utilitaria per femminucce.
La rivista "io e il mio bambino" mi fa venire l'orticaria (e l'ansia).
I vestiti premaman sono di tessuti orrendi e in tagli e fantasie da cui una persona sana di mente si tiene alla larga.
Le vestaglie da ospedale mi ricordano sinistramente l'infermiera di qualcuno volò sul nido del cuculo.
Il tiralatte, di cui fino a due mesi fa ignoravo l'esistenza, mi sembra una cosa sado maso forte.

Mi manca quel negozietto di Seattle con le tutine 0-3 mesi nere con Jimi Hendrix stampato.
E devo assolutamente mettere le mani su un manuale "Accessori prima infanzia for dummies".


(E, lo dico per le future generazioni, non mi ricordo neanche più a cosa serve un uomo nel letto la notte...)

Monday, October 01, 2007

Vaffa Day!

E quando Lup si è tirato su ululando dalla poltrona con lo stesso identico gesto di Paolo Bettini sul traguardo di Stoccarda mentre io mi godevo Englander, il piccoletto in pancia mi ha tirato un calcio di quelli ben ben assestati...questi sì che sono segni!

GERMANY CYCLING WORLDS

Answers from the great beyond...

Sabato mattina, tutto a un tratto dalla finestra piccola della cucina a Forno ho visto Luca in strada che trotterellava verso la macchina con una grande culla in bilico sulla testa.

E’ la culla che mio padre costruì nell’inverno 1967 per il suo primogenito.
E’ di legno, profonda, un pozzetto. Non so come le troveremo un materasso giusto: era stata costruita per il materasso spesso di “stram”, il saccone che si riempiva ogni ottobre con le foglie ben secche di ippocastano (non era una vita fa, è dove ho dormito anche io, nello stram che crocchiava: credo sia molto meglio del lattice).
Non è antica, non è neanche bella, forse.
Ma aggiunge una presenza che mi mancava.
Grazie papà, vorrei tanto che tu potessi vederci, in autostrada a fare grandi discorsi, con la tua culla schiacciata in macchina tra scatoloni di lenzuolini e una copertina bianca e azzurra che la zia Nin ha fatto per futuri pronipoti che non avrebbe mai visto e che mia madre tira fuori da un cassetto profondo.