Thursday, December 12, 2002

mattina tutta bianca, umore nero.
discorsi vuoti intorno a me, ho voglia di rompere un po' di vetri.

però...ieri sera c'è stato uno scambio di mail meritevole di ricordo. da cesare c., una delle persone che ricordo con più piacere:

eilà Agnese mi hai anticipato.
Ho letto il tuo " sfogo del pomeriggio ".
NON TI ABBATTERE , capisco cosa provi , ma ........come sai c'è sempre un futuro.
Pensa a quanto di più bello puoi desiderare , secondo me qualche cosa prima o poi arriva .
Non risparmiarti nei desideri , pensa in grande.
Ancora un bacione e fammi sapere , ogni tanto , come ti va.



NON RISPARMIARTI NEI DESIDERI, PENSA IN GRANDE
NON RISPARMIARTI NEI DESIDERI, PENSA IN GRANDE
NON RISPARMIARTI NEI DESIDERI, PENSA IN GRANDE
NON RISPARMIARTI NEI DESIDERI, PENSA IN GRANDE



Wednesday, December 11, 2002

sta venendo giù fina fina, la prima neve dell'inverno.
Ufficio postale di Castiglione Torinese, alle 8 di oggi, mercoledì mattina a meno tre gradi, in coda insieme a due ottantenni.

Uno dei due mi invita a sedermi.
L'altro dice che ho bei capelli.
Momento di silenzio.
All'unisono, i due dicono "C'è odore di neve."

Mi hanno ammorbidito l'impatto sempre aspro con l'ufficio postale.
ed è vero, c'è odore di neve, e noi abbiamo fatto l'albero di natale.

Tuesday, December 10, 2002

sembra di no, ma ci penso.
ti ho voluto tantissimo bene, non ti dimentico.
6 dicembre, concerto di guccini
il palastampa pieno fino alle ultime gradinate, fauna composita tra il pubblico, dalle ragazzine ombelicate al distinto torinese con borsello, sotto al palco c'era di tutto.
guccini è in forma (anche se ale sostiene che ha tirato qualche stecca), cabaretteggia, beve, tira fuori un vocione insospettato.

contrariament ealla tradizione, il concerto non è stato aperto da "in morte di s.f.", ma da "libera nos domine", dedicata a carlo giuliani (e credo anche a placanica...)

Da morte nera e secca, da morte innaturale / da morte prematura, da morte industriale / per mano poliziotta di pazzo generale / diossina o colorante, da incidente stradale / Dalle palle vaganti di ogni tipo e ideale / da tutti questi insieme e da ogni altro male
libera, libera, libera, libera nos, Domine.

Da tutti tutti gli imbecilli d'ogni razza e colore / dai sacri sanfedisti e da quel loro odore / dai pazzi giacobini e dal loro bruciore / da visionari e martiri dell'odio e del terrore /
da chi ti paradisa dicendo: è per amore / dai manichei che ti urlano "o con noi o traditore"
libera, libera, libera, libera nos, Domine.

Dai poveri di spirito e dagli intolleranti / da falsi intellettuali, giornalisti ignoranti / da eroi, navigatori, profeti, vati, santi / dai sicuri di sé, presuntuosi e arroganti / dal cinismo di molti, dalle voglie di tanti / dall'egoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti
libera, libera, libera, libera nos, Domine.

Da te, dalle tue immagini e dalla tua paura / dai preti d'ogni credo, da ogni loro impostura / da inferni e paradisi, da una vita futura / da utopie per lenire questa morte sicura /
da crociati e crociate, da ogni sacra scrittura / da fedeli invasati d'ogni tipo e natura
libera, libera, libera, libera nos, Domine.




stamattina il solito fenomeno su golf metallizzata ha cercato prima di azzannrmi le chiappe, poi di farsi tamponare apposta.
a volte vorrei essere capace di scendere dalla macchina e di mettermi a strillare, ma in realtà queste cose mi fanno paura.
leggevo goldoni sabato sul corriere che raccontava qualcosa di simile, una specie di ansia da prestazione, per cui quando si guida l'unica cosa che ha senso è rosicare il tempo necessario ad andare da qui a lì.
a me è bastato a rovinarmi la giornata.

Wednesday, December 04, 2002

grazie alla zia nin, adesso il suo armadio bizantinesco è nel nostro ingresso, sulla parete lilla, ci sta da dio (anche se abbiamo notato che tutta la parte bassa è praticamente da rifare, regno delle tarme, zia nin, dove lo tenevi sto armadio?).
la zia nin (che nome stupendo, contrazione di anna) era la mia prozia, nata nel 1895, un metro e cinquanta per quaranta chili da quando l'ho conosciuta, occhi verdi scintillanti e un bellissimo viso (che non ho visto ereditato da nessuno di noi, magari lo ritroverò nei miei figli). da giovane era bruna, con la pelle chiarissima.
la zia nin meriterebbe un post a parte, ma io poi non lo faccio, allora estraggo adesso i miei pensieri su di lei, per esempio mi viene in mente che è curioso il fatto che non solo nessuno dei suoi parenti (non proprio discendenti, perchè lei non ha avuto figli) le somigli fisicamente, ma anche che nessuno ha preso da lei l'abilità nel cucire, era una sarta bravissima.
nelle foto che mio papà le ha scattato, è sempre composta come una regina, anche quando è fotografata con il rastrello metre volta il fieno.

la zia nin aveva sposato il barba piero, il suo esatto opposto per avvenenza fisica e finezza di modi; pare che il motivo di questo matrimonio male assortito sia stata la delusione della zia, che voleva sposare il giuvanin dal cafè, chissà perchè non approvato dalla sua famiglia. siccome sto giuvanin (a cui mancava qualche rotella, per come lo ricordo confusamente io) era un po' lo scapolo d'oro, già un po' studiato e di ottima famiglia (la famiglia dal cafè ancora oggi non è mica da sottovalutare...), mi sa che lei si è un bel po' indispettita per il veto dei fratelli, e allora si è sposata a quarant'anni con il barba piero, che faceva il buscarin e veniva da oltre le montagne, da rimella.

quando l'ho conosciuto io era già un settantenne, con il naso rosso e il bottiglione del nero sempre sul tavolo. intercalava tutti i discorsi con un attimo di silenzio, per poi sbottare esclamando ADDISABEBA! nessuno ci sa dire se ad Addis Abeba c'era stato davvero.

ciao zia nin, ciao barba piero, ciao giuvanin dal cafè: ogni tanto vi penso, non siete svaniti.
grazie per l'armadio, ci siete anche voi insieme.
da domenica siamo nella nuova casa.
nuova, ancora tanto vuota, e parlando al telefono senti la voce che rimbalza sulle pareti.
è bello questo senso di nuovo, soprattutto quando lo guardo mescolato al senso del ricordo che mi danno i mobili che abbiamo portato da forno.
l'armadio della zia nin.
l'armadio del don valentino.

mi sento addosso la storia di queste persone, ed è piacevole sensazione.
come tutte le volte in cui mi impegno a postare qualcosa di più lungo di tre righe, blogger si impalla.
la cosa mi stanca oltremisura.

quasi come queste riunioni bomba che esplodono proprio nel giorno in cui io avevo fisstao altri impegni, che ovviamente devo spostare.
invitarmi prima?
non vi viene mai in mente?


Tuesday, December 03, 2002

hhhh