Wednesday, April 27, 2005

Rodari, how I wish you were here

Un signore di Scandicci - un signore di Scandicci
Buttava le castagne - buttava le castagne
E mangiava i ricci
Quel signore di Scandicci

Un suo amico di Lastra a Signa - un suo amico di Lastra a Signa
Buttava via i pinoli - buttava via i pinoli
E mangiava la pigna
Quel suo amico di Lastra a Signa

Tanta gente non lo sa, non ci pensa e non si cruccia.
La vita la butta via e mangia soltanto la buccia

Tuesday, April 26, 2005

Budapest/3

Siamo alle terme di Széchenyi.
Non capiamo niente di ungherese, quindi affrontiamo le terme in puro spirito avventura, provando TUTTO quello che c'è, vasca calda vasca fredda bagno turco bagno di vapore sauna etc etc.

A un certo punto compare Tomàs.
Addetto ai massaggi: 200 kg per 2 metri di altezza, baffo austroungarico, espressione da Shining, tenuta da qualcuno volò sul nido del cuculo.
Con spirito di avventura mi presento per un massaggio, ma Tomàs mi scaccia: "No money, no massage".

C H I A R O??????

Budapest/2

"Inaugurato nel 1881, il bagno Széchenyi si chiamava Artézi, e fu il primo di Budapest ad essere alimentato con acqua curativa, estratta da un pozzo molto profondo (quasi 1.000 m).
La costruzione della parte centrale dell’odierno bagno cominciò nel 1909 per essere inaugurato quattro anni dopo. Nel 1927 il bagno fu completato da una piscina coperta e da una all’aperto per diventare il più grande complesso termale dell’Europa. Primato che ancora oggi mantiene. Le acque che alimentano il bagno provengono da un pozzo cosiddetto di II trivellatura, da una profondità di 1.256 metri, e raggiunge i 76 °C. Nel palazzo funziona anche un reparto ospedaliero diurno dove sono curati prima di tutto i pazienti con malattie croniche degli organi motori, nonché persone che hanno subito interventi chirurgici alle ossa o incidenti di una certa gravità.
L’accesso al bagno, ovviamente, è libero, e lo segnaliamo per le particolari bellezze che caratterizzano l’entrata principale e la sala con la cupola decorata da un bellissimo mosaico di vetro. A pochi metri di distanza inoltre si trova una sala dotata di acqua minerale, che sgorga fresca dalle sorgenti."


Mai sentita così bene!!!!!

Bonjour paresse

“Se un consulente ha solo due idee, le esprime sotto forma di matrice.”
Corinne MaierBuongiorno Pigrizia Bompiani 2005

Battute a parte, non so se sono d’accordo con le teorie di questolibretto lilla (forse sì, ora mi prendo un lungo attimo e ci penso!).
Però la descrizione della grande azienda è ESATTAMENTE congruente con quello che accade qui.

Budapest/1

Come le vecchie dame dell’aristocrazia delle più belle città del mondo, possiede i gioielli classici: un grande fiume, una collina panoramica e un’isola, chiese e palazzi magnifici, ponti imponenti, un tessuto urbanistico d’eccezione e anche la chicca delle terme.
E a prima vista è proprio una vecchia signora come quelle che si incontrano sui suoi tram, molto eleganti in piccoli paletò di buona lana, con naso acquilino e grandi occhi, in una mano la borsa della spesa, nell’altra un mazzetto di narcisi.

Abbiamo contato almeno 7/8 teatri (opera, operetta, danza, dramma…) nel piccolo reticolo del centro. E tanti negozi di fiori, alcuni splendidi per ambientazione e cura. Piccoli segni che la gente qui ama la bellezza, anche quella semplice e silenziosa di un fiore.

Non sapevamo quasi niente, è stata la città stessa a raccontarci la sua storia: abbiamo scoperto un popolo che ha passato settant’anni di dittatura, vissuta tragicamente con un salto carpiato tra il nazismo e il comunismo.
Gente che ha fatto la rivoluzione due volte: “imparando che per fare la rivoluzione non serve essere in tanti, ma serve non essere soli”. Soli come nel 1956, quando nella settimana che i carri armati di Mosca impiegarono per arrivare ad stroncare la rivoluzione, nesunno mosse un dito. Neanche l’Onu. Men che meno il papa. Li ammazzarono tutti, e fu così dura la repressione che l’Ungheria fu poi l’ultima ad affrancarsi dal blocco sovietico, nel 1991.

Oggi c’è un governo di centro sinistra che ha finanziato e inaugurato uno dei più bei musei che ho visto ultimamente, “The House of terror”, ricostruzione multimediale degli anni dell’oppressione nazista e di quella comunista, nel palazzo di Andrassy Utca sede della polizia segreta (non riesco a non fare il paragone con l’Italia di questi giorni in cui si celebra il 25 aprile appiattendo tutto).

Belli davvero questi tre giorni a Budapest. La città ci ha presi, è austera e ricca, nobile, per niente degradata e calda, con tanto cuore.
(E mi sono innamorata delle terme, ho pure cuccato al bagno turco!)

Ostello trovato su Hostelwordl.com:
The MuseumGuestHouse/2
Camera doppia in palazzo d’epoca, molto pulito e in posizione eccezionale (tra la Cattedrale e il Danubio): 67 dollari a notte.

Filippo il Grande

Senile:
“Sono bello, sono sexy, l’uomo che tutte le donne sognano”

Saggio:
“La verità è che il design è il più stupido dei mezzi d’espressione.”

Sincero:
“Il design per il design, l’arte per l’arte, il problema estetico fine a se stesso sono ridicoli, osceni, inutili. Non c’è bisogno dell’oggetto in sé.”

E definitivo:
“Se noi viviamo bene, mangiamo bene, abitiamo in belle case e viviamo in pace, è perché i governi eletti provocano guerre al fine di mantenere condizioni di mercato necessarie a perpetuare questo benessere.
Siamo complici e lo accettiamo. Ho voluto creare oggetti che ricordassero che se viviamo è perché qualcun altro muore.”

Era da tempo che sospettavo che Starck avesse intrapreso la stessa strada di Bono Vox:
“Viviamo in un momento così violento che è inaccettabile non prendere una posizione. Quindi o lasci il design e inizi a fare qualcos’altro, oppure usi la tua posizione per parlare e per combattere.”

(intervista a Philippe Starck di Silvia Paoli su Vanity Fair 16/2005)

Curriculum Vitae

“Did you exchange a walk on part in a war / for a lead role in a cage?”
(Pink Floyd – “Wish you were here”)

Se qualcuno mai volesse sapere come descrivo il mio percorso professionale 1998-2005, risponderò: sì, ho scambiato un ruolo da soldato semplice in una campagna di guerra per venire a comandare in una gabbia vuota.
Da oggi, inizia la strada verso il FUORI.

Wednesday, April 20, 2005

Antologia del Nuovo Papa

Repubblica.it, home page/20 aprile:
Benedetto XVIprimo giorno da Papa "Wojtyla mi dice di non avere paura"


Copertina de Il Manifesto/20 aprile:
Il pastore tedesco

pastore_tedesco

http://www.lastampa.it, 20 aprile h 16.30
Papa Benedetto XVItraccia le linee del pontificato COMO. È durata poco più di 10 minuti la Camera di Consiglio del Collegio giudicante chiamato ad emettere sentenza nei confronti di Stefania Ariosto per bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice in relazione al fallimento della «Immobiliare Porfido» con sede a Como. La Ariosto è stata condannata a 2 anni e 4 mesi con i benefici della sospensione e le attenuanti generiche

La buona notizia del giorno

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. (Matteo 5,1)



MADRID - Con una sentenza storica l'Alta corte spagnola ha condannato a 640 anni l'ex capitano di marina argentino Adolfo Francisco Scilingo per crimini contro l'umanità, detenzione illegale e torture. L'ex capitano era finito alla sbarra davanti all'Audiencia Nacional per le atrocità commesse durante la dittatura militare del 1976-1983, costate la vita ad almeno 30 persone.

Scilingo, 58 anni, è il primo ex ufficiale della giunta militare di Buenos Aires a essere stato processato in Spagna. Il tribunale spagnolo lo ha considerato responsabile di un crimine contro l'umanità per la morte di 30 persone - 21 anni di carcere per ciascuna. L'ex militare ammise di aver partecipato ai due "voli della morte" in cui ha fatto sparire trenta oppositori del regime, narcotizzati e gettati da un aereo nel Rio de la Plata. Scilingo è stato inoltre condannato per una detenzione illegale - 5 anni - e torture - 5 anni - nel centro clandestino Escuela de Mecanica de la Armada (Esma). Il tribunale ha stabilito che l'imputato dovrà scontare almeno 30 anni. La sentenza, di 209 pagine, è stata letta dal magistrato del tribunale Josè Ricardo de Prada, davanti a Scilingo, e a una cinquantina di persone, tra cui familiari di vittime della dittatura argentina (1976-83). La procura aveva chiesto per Scilingo 9.138 anni di carcere, e le parti civili e l'accusa, 6.626 anni, per i reati di genocidio, terrorismo e torture. L'ex militare aveva in parte ammesso le sue responsabilità in una confessione resa nel 1997 alle autorità spagnole che avevano avviato indagini sui desaparecidos spagnoli in Argentina.

Davanti al giudice Baltasar Garzon, Scilingo aveva confessato la sua partecipazione nei due "voli della morte" e mostrato "pentimento", ma in seguito aveva ritrattato tutto affermando che quelle raccontate al giudice spagnolo erano "invenzioni".

La storia di Scilingo è stata raccontata in un libro, El vuelo, scritto dal giornalista argentino Horacio Verbitsky. Scilingo, in prigione a Madrid dal 2001, è il primo militare argentino a essere stato processato all'estero non in contumacia.

Alfredo Astiz in Francia, e Suarez Mason e Santiago Riveros in Italia, sono stati condannati in contumacia, modalità non prevista dalla giustizia spagnola. (19 aprile 2005)

Monday, April 18, 2005

Sabato: working class heroes

"...Avete una libreria Ivar, Ikea, settantacinque dollari a volume.
Avete un frigorifero pieno solo di condimenti.
Non siete nessuno e, se non siete nessuno, siete finalmente qualcuno.
O qualcosa.
Voi non siete il contenuto del vostro portafoglio.
Voi non siete il vostro conto in banca.
Voi non siete il vostro lavoro."

Abbiamo passato il sabato piovoso (piovoso??? quasi da alluvione!) a montare i 3 moduli della libreria Bonde comprati settimane fa.
Dalle 10 alle 17, in due. Il primo modulo ha richiesto 2 ore. Il secondo, 1 ora e primo scazzottamento*. Il terzo, mezz'ora e scazzottamento intenso.

E quando hai finito, la libreria sta lì un po' sbilenca e con le ante da registrare, e sono avanzati dei misteriosi tasselli, e pensi che l'amore non te l'avevano raccontato così, ma è bellissimo lo stesso.


*Scazzottamento:
momento di intenso scambio polemico sulle reciproche attività di assemblaggio mobili e lettura istruzioni, in cui il Super-Io cerca affermazione e il disturbo di personalità emerge.
Particolarmente pericoloso durante l'assemblaggio di mobili, poichè si hanno a portata di mano martello e cacciaviti.

Friday, April 15, 2005

Back to earth

Butta male quando il tuo capo ti dice che è il momento di switchare verso un altro ente.

Tuesday, April 12, 2005

Fanculo gli Who

Un pomeriggio di quando avevo diciassette anni e stavo a parlare al tavolino del bar dei miei dove facevo la cameriera estiva, con un trentenne che faceva l’annoiato villeggiante di Milano e che mi pareva Dio sceso sulla terra e incarnato in un paio di Converse All Star, dicevo, un pomeriggio di quando avevo diciassette anni confidai arrossendo al trentenne che nella vita mi sarebbe piaciuto fare “il critico”.
Il mio doveva essere un sogno con basi malferme, visto che a stroncarlo bastò una sua frase: “Ma se non conosci Tommy degli Who non puoi fare critica”.
Non conoscevo Tommy.

Siccome il trentenne lì non l’ho più rivisto e nel frattempo mi sono laureata in lettere classiche, ho venduto telefonini, scritto cataloghi, compilato capitolati, guardato negli occhi Michael Stipe, viaggiato dove potevo, ascoltato i dischi e letto i libri che riuscivo, e degli Who sinceramente non me ne importa nulla, eccomi: ritento il sogno di partecipare al catalogo della realtà.

Monday, April 11, 2005

In casa mia

«In casa mia mi sa meglio una rapa,
ch’io cuoca, e cotta su ‘n stecco me inforco
e mondo, e spargo poi di aceto e sapa,
che a l’altrui mensa tordo, starna o porco
selvaggio; e così sotto una vil coltre,
come di seta o d’oro, ben mi corco.»


Ariosto, Satira III

Friday, April 08, 2005

Come previsto

L'intervista di Latella a Lario/Berlusconi è scomparsa dal sito del Corrierone.

Al di là del bene e del male, sopra la legge, qualunque legge

Corriere.it, in home page, oggi
La copioincollo perchè credo che quest'intervista che lascia intendere ipotesi di reato verrà smentita al più presto, e segnerà la fine del'amicizia Latella-Veronica (altro che "la prego, non mi telefoni").


Veronica Berlusconi: quel mio dramma e la scelta di andare a votare
«Non ne ho discusso con mio marito, non conosco il suo pensiero. Proibire certe tecniche favorisce la fuga all’estero»
In quattro anni di governo, Silvio Berlusconi ha citato di rado le opinioni della moglie Veronica e ancor più raramente riferendone il punto di vista su questioni di coscienza o politiche. Conosce il tipo e sa di non farle cosa gradita. Ieri invece, a sorpresa, il Cavaliere ha alluso a presunte divergenze domestiche a proposito del referendum sulla procreazione assistita, fissato per il prossimo 12 giugno. «Sulla data, non fatemi litigare con mia moglie» ha confidato a qualche interlocutore e subito Volontè, dell’Udc, ha chiarito che la data del referendum non si cambierà, giammai: né per Pannella né per Veronica. Ignara di essere (quasi) al centro di un dibattito politico, Veronica Berlusconi lo scopre per via del cronista e, questa volta, non tace.

Accetta l’intervista, forse, anche per una ragione molto personale, un ricordo tra i più dolorosi della sua vita, un evento di cui non ha voluto parlare neppure nel libro a lei dedicato.

Negli anni Ottanta, prima che nascesse la primogenita Barbara, Veronica si sottopose a un aborto terapeutico rinunciando al figlio che lei e Silvio Berlusconi avevano voluto. Decise di non averlo perché quel bambino non sarebbe nato sano. Di quella scelta lontana, e di molte altre cose, dal rimpianto per non poter partecipare oggi ai funerali di Giovanni Paolo II alla sconfitta delle regionali, parla in quest’intervista.

Insomma, per via del referendum lei rischia un litigio in famiglia?
«L’ultima cosa che vorrei, in queste ore dedicate al ricordo del Papa, è innescare una polemica, pubblica o domestica. In realtà, non è che mio marito ed io abbiamo molto discusso dell’argomento referendum e neppure io conosco davvero il suo pensiero. Perciò, posso parlare di me, di quel che sto facendo per formarmi un’opinione. Certo, mio marito è davvero un tipo speciale: con quella battuta su Veronica testimonial mi fa quasi sentire una in gara a "dilettanti allo sbaraglio". Sul tema delle biotecnologie e della procreazione assistita dibattono da tempo personaggi ben più illuminati di me».

Andrà a votare il 12 giugno?
«Andrò a votare. Questo referendum affronta questioni su cui è doveroso formarsi un’opinione. Mi sembra quasi di essere tornata agli anni Settanta, quando il diritto all’aborto diventò un argomento di discussione quotidiana. In questo caso, la quantità e qualità dei temi da affrontare è ancora più impegnativa, non c’è solo la negazione della vita, ma anche la vita e la malattia. Come allora, ci sentiamo tutti un po’ impreparati. Negli anni Settanta, ricordo, la discussione sull’aborto ruppe quel muro di silenzio e di vergogna che opprimeva l’animo di una donna costretta a quella scelta. Nell’aborto non c’era soltanto il rischio di morire e la morte che dolorosamente si infliggeva, ma anche il silenzio, tremendo, che accompagnava la scelta e che veniva mantenuto: non si ama parlare di qualcosa che si è perduto».

Perciò, in che modo si sta formando un’opinione?
«Se si chiede a un cittadino di esprimersi su questi argomenti, credo che la prima, istintiva, reazione, sia di guardare alle proprie personali esperienze o di immedesimarsi in quelle degli altri. Per quanto mi riguarda, c’è un’esperienza personale che mi fa riflettere. Ho avuto un aborto terapeutico, molti anni fa. Al quinto mese di gravidanza ho saputo che il bambino che aspettavo era malformato e per i due mesi successivi ho cercato di capire, con l’aiuto dei medici, che cosa potevo fare, che cosa fosse più giusto fare. Al settimo mese di gravidanza sono dolorosamente arrivata alla conclusione di dover abortire. È stato un parto prematuro e una ferita che non si è rimarginata. Ancora oggi è doloroso condividere pubblicamente quell’esperienza, ma in un momento in cui tanti di noi si sentono immaturi, impreparati, rispetto alla conoscenza della legge 40, ai contenuti del referendum, ecco, sapere come andavano le cose venti o trenta anni fa, quando la scienza non era così avanti come oggi, potrebbe essere utile».

Come sa, la Chiesa suggerisce di astenersi dal voto nel giorno del referendum.
«Se da noi, in Italia, certe tecniche fossero proibite, si andrebbe all’estero e mi spaventa l’idea che altri Paesi, meno scrupolosi, potrebbero consentire qualsiasi cosa. Non andare a votare significa non voler affrontare il problema. Essere chiamati al voto, invece, impone di informarsi, magari in linea con le proprie convinzioni religiose, filosofiche o politiche. L’importante è non fingere che il problema non esista. Penso che in certe circostanze l’umanità debba sforzarsi».

Come guarda alle biotecnologie?
«Con speranza. Questo è fuori discussione. Ma siamo chiamati a rispondere a domande che riguardano la vita e la morte, la scienza corre veloce e per stare al passo occorre lavorare su noi stessi, darsi delle risposte».

A proposito di risposte. Ha visto quanta gente è calata su Roma dopo la morte di Giovanni Paolo II. È anche questo un modo di cercare risposte?
«Mi colpisce questa partecipazione fisica, questo desiderio di vicinanza, quasi un ultimo abbraccio. È un grande atto d’amore. Anch’io avrei voluto essere lì, in queste ore: mi è rimasta impressa la sofferenza del Papa degli ultimi anni, ogni volta che lo vedevo, in tv, sembrava quasi che il dolore fisico volesse negare lo spirito, che quel suo corpo malato gli impedisse di parlare, di esserci, lui che da giovane scriveva versi, che aveva fatto teatro. Invece, ogni volta, Giovanni Paolo II era più forte dell’impedimento. Ci ha insegnato a leggere il dolore in maniera diversa, ci ha mostrato che la forza può accompagnare il dolore».

Perché non sarà a Roma oggi?
«Mi è stato spiegato che la basilica di San Pietro era già stracolma, i posti per le delegazioni ufficiali già assegnati. Perciò seguirò, con partecipazione, da lontano come tanti fedeli».

Sono giorni intensi, sotto i più diversi aspetti. Anche la politica ha offerto grandi novità. Come si giudicano, da Macherio, le regionali di domenica scorsa?

«Silvio Berlusconi non era in campo, questa volta, non c’era la nave azzurra. La domanda da porsi, forse, è: le altre volte ha vinto lui o ha vinto il partito? e stavolta ha perso lui o il partito? Non ritengo che la sua parabola politica possa dirsi conclusa. Certo, ci sarebbe da chiedersi se sia davvero giusto che ogni volta un uomo debba vincere "da solo", senza la forza di un partito dietro».

A proposito di partito: come mai Barbara ha preferito non impegnarsi in Forza Italia?
«Barbara sta ancora cercando la sua identità e la sua strada attraverso lo studio. È in una fase in cui sta maturando la futura visione di se stessa e sta frequentando la facoltà di Filosofia dell’università del San Raffaele. Considero legittimo il suo desiderio di essere vicina al padre, le figlie vogliono sempre proteggere i padri, ma la politica può affascinare, e anche travolgere, una personalità ancora in formazione. Perciò condivido la sua scelta».

L’intervista finirebbe qui, ma non per Veronica Berlusconi. «Posso chiederle una cortesia?» dice mentre stiamo per salutarci.
Prego.
«Se mio marito, in futuro, dovesse chiamarmi in causa per difendere la nuova Costituzione, la prego, non mi telefoni».
Maria Latella
08 aprile 2005

Thursday, April 07, 2005

Leadership

Il mio capo sa sempre come motivarmi.

(A spedire curricula ovunque, soprattutto).
Bastardo.

Shelter from the storm

Créme Caramel della zia Caterina Leonessa
Ingredienti per 2 persone

1 uovo
2 cucchia da tavola di zucchero semolato
200 ml di latte intero o parzialmente scremato
1 scorzetta di limone
1 baccello di vaniglia (facoltativo)
( + 2 cucchiai di zucchero e 2 cucchiai di acqua per il caramello)

Mettere il latte sul fuoco con scorzetta di limone e vaniglia e riscaldarlo (noi lo abbiamo fatto bollire, ma è un errore...basta che sia ben caldo! ma solo per dire che anche se bolle non muore nessuno)

Nel frattempo, sbattere con lo sbattitore elettrico a fruste le uova intere con lo zucchero, ottenendo una crema ben montata e spumosa (deve tendere al giallo chiarissimo).
Aggiungere a questa crema il latte caldo (togliere limone e vaniglia), montando pochissimo con le fruste se no fa troppa schiuma. (Se fa troppa schiuma, filtrare con un chinoise cintura di orione che fa molto alta cucina) .

A parte fare il caramello.

Mettere il caramello negli stampini di alluminio usa e getta (o in un unico grande stampo, purchè di alluminio) e poi la crema di latte e uova.

Infornare il tutto in un BAGNOMARIA* tiepido per 30 minuti, forno a 180°/200°.

*BAGNOMARIA da forno: una tortiera con bordi alti, riempita per metà di acqua tiepida del rubinetto, con sul fondo un foglio di giornale per dare stabilità: mettere i pirottini o lo stampo nella tortiera, e infornare.
L'acqua deve lambire dolcemente almeno il 50% dell'altezza dei pirottini.
E non deve bollire, se no schizza nella crema e fa disastri....

Wednesday, April 06, 2005

27

Il numero di voti validi per Flavia Vento.

Template

Come me stessa, questo blog ha bisogno di un template.
Come per me stessa, c'è qualcosa che mi blocca dall'approfondire il discorso template.

Va bene, mi ci impegnerò con un po' di consciousness, oltre a pastrocchiare nei momenti di pausa caffè (oggi poi la macchinetta lo da via gratis, non si sa se è un guasto o il primo effetto della svolta a sinistra del paese).

La sottile linea scura



Ci ha impiegato molto a prendermi, tanto che lo stavo per mollare.
Ma quando mi ha preso, mi ha preso.
Più delicato di "It" (che ne è la grande fonte di ispirazione), altrettanto commovente nel rievocare il momento della perdita dell'innocenza, il momento simbolico (qui non troppo...) in cui si uccidono i propri genitori e si scelgono nuovi padri.

E quando ho letto di quegli stivali Roy Rogers ritrovati nella segheria, ho pianto.

Monday, April 04, 2005

Il cielo dell'America son mille cieli sopra a un continente

Img2003-08-12_09

La storia, la tv, l'immagine

La salma di Papa Giovanni Paolo II, esposta in tv in diretta sui sette canali che prendo a casa, sembra un'opera di Cattelan.



Friday, April 01, 2005

Oggi

Il papa sta morendo.
Come accade nei paesini, si è deciso di tenerlo a casa, non lo portano neanche più in ospedale.

Avevo 6 anni e ricordo la fumata bianca della sua elezione.
Ora ne ho 33, e sento che è un momento di quelli in cui tra tanti anni (o tra trena giorni???) ricorderò dove ero, cosa stavo facendo.

Oggi sono in ufficio, ho problemi con la posta che non parte, sono incavolata con luca e fa freddo.

(E non dimentico il silenzio su troppe porcherie, troppe).